Sono presente con le mie opere a
INCONTRI A SUTRI
da Giotto a Pasolini
Una mostra ideata da Vittorio Sgarbi
prodotta da Contemplazioni
prodotta da Contemplazioni
Museo di Palazzo Doebbing
Sutri
«L’arte è un costante incontro tra passato, presente e futuro»
26 giugno 2020 - 17 gennaio 2021
installazione Mirna Manni
Lorenzo Fiorucci scrive in catalogo
La metaforica naturalità di Mirna Manni
La natura, e con essa l’uomo, è al centro della
ricerca che Mirna Manni conduce attraverso la ceramica ormai da alcuni anni.
Una natura lontana dall’immaginario paesaggistico comune, quanto piuttosto
impiegata come metafora per approfondire temi e criticità del mondo
contemporaneo. Mirna impiega sovente lo strumento dell’installazione
riannodando in questo modo la scultura alla necessità del racconto, stigmatizzando
temi spesso di attualità. L’artista rifugge da una narrazione semplicistica,
didascalica o scenograficamente decorativa, offrendo al pubblico un
interrogativo di riflessione attraverso una costruzione di forme visionarie e
metaforiche. Significativo in questo senso l’installazione Forms and roots,
un’istallazione realizzata in occasione della mostra Keramikos 2018 a Viterbo,
forse l’opera più complessa e articolata di questo periodo, in cui la scultrice
si interroga sul tema dell’appartenenza e del radicamento culturale indagando
attraverso forme germinali, semi e bulbi spesso legati con deformanti fili di
ferro che ne modificano la naturale forma o incautamente violate da tagli e
ferite. Allo stesso modo grovigli di radici che per loro natura legano
l’umanità, si trovano sollevate dal loro contesto naturale o recise dalla
propria terra di origine. Metafore della nostra più recente storia che in trasparenza lasciano affiorare quel senso di
fragilità in cui l’occidente, ma non solo, troppe volte cela dietro uno
spavaldo atto di forza dimenticando colpevolmente le sue origini e le proprie
radici. E forse proprio sulla mancanza di una memoria viva si interroga anche
l’altra monumentale installazione: Sedimenti s’incavano nel corpo sensibile
2014, tre colonne ad altezza uomo, protette da una spessa superficie rocciosa,
lasciano intravedere al proprio interno un’anima variegata di sedimenti terrosi
di varia origine. Ancora una metafora di come l’esperienza, la storia e quindi
la memoria di un passato, possono sorreggere e guidare l’uomo saggio. In
contrasto sembra invece porsi l’altro nucleo di sculture: Corporeitas
2017, in cui il corpo giovanile, svuotato di esperienze e contenuti si ripiega
nella sua fragilità finendo pietrificato su se stesso. L’ultima opera Habitant
2018, è invece la più visionaria, quasi da far nascere l’invidia, o la stima da
quegli architetti che si arrovellano su come recuperare nel contesto urbano un
nuovo equilibrio tra natura e città. Una visione immaginifica in cui il tema di
una natura soffocata dall’uomo manifesta la propria superiorità attraverso una
rinascita vitale che sorge nonostante la disattenzione dell’uomo. “Da qui la consapevolezza [scrive Mirna], che
di eterno nulla può essere realizzato e che si è inferiori alla natura, con la
quale è preferibile accordarsi, superando il solito conflitto per convivere in
sintonia". Una superiorità che in questi ultimi mesi si è palesata con
tutta la sua virulenta forza sperando almeno che l’uomo abbia imparato cosa
significa finalmente il rispetto verso gli altri e verso il mondo che lo
ospita.
part. installazione Mirna Manni
installazione Mirna Manni
part. installazione Mirna Manni
installazione Mirna Manni
Mirna Manni
a destra opera di Mirna Manni
part. opera Mirna Manni
Mirna Manni
Mirna Manni
part. installazione Mirna Manni
Scrive nel catalogo della mostra il poeta Lillo di Mauro
Museo di Palazzo Doebbing - Sutri
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