domenica 31 agosto 2014



TEMPOMATERIA

Villa Pamphili 
Roma

Cascina Farsetti: Roberta Pugno - Roberto Marino
Casalino Farsetti: Paolo Camiz - Armando Pelliccioni - Mirna Manni

27 settembre - 26 ottobre 2014
Vernissage sabato 27 settembre ore 18.00








giovedì 14 agosto 2014

declinazione del silenzio





Dal 9 al 24 agosto “Declinazione del silenzio”, doppia personale delle artiste Mirna Manni e Tonina Cecchetti a Fabriano presso la Nuova Galleria delle Arti. Mostra dedicata alla ceramica, a cura dell’Associazione InArte all’interno della rassegna FestandoFabriano 2014. L’inaugurazione sarà preceduta da una conferenza dedicata alle due artiste in cui interverranno i critici Giorgio Bonomi e Luciano Marziano. Coinvolta con gli oggetti della sfera personale, l’artista Tonina Cecchetti, con l’uso della ceramica quale raffinato mezzo artistico espressivo, racconta ricordi e oggetti che parlano del quotidiano, illustrando la vita stessa dell’artista. “Non possiamo non notare come Cecchetti renda in modo affascinante questo “reperire dal silenzio” ricordi e sensazioni, oggetti e dettagli”, scrive Giorgio Bonomi che con il suo testo critico accompagna l’artista in questa mostra, “infatti la ceramica bianchissima emerge dal nero del velluto su cui è appoggiata, con quegli effetti che la storia dell’arte ben conosce, derivati dal contrasto tra bianco e nero, tra luce e ombra, tra chiaro e scuro”. Sperimentatrice e ricercatrice della pluralità delle forme, Mirna Manni presenta opere piene di poesia, memorie e contenuti profondi. I lavori dell’artista svelano dei mondi invisibili, che prendono forma attraverso la materia con cui lei crea le sue suggestioni. “Il suo rapporto con la ceramica”, scrive di lei Luciano Marziano nel testo critico di presentazione della mostra, “al di là dell’incidenza materica, si configura come ricerca di radicamento nella più generale sostanza della terra”. Il 9 agosto si terrà alle ore 17.00 la conferenza di apertura presso il Laboratorio InArte di via della Ceramica e alle ore 18.00 seguirà il vernissage presso la Nuova Galleria delle Arti in Via Vincenzo Gioberti. L’evento è parte della rassegna “MarcheInArte: da FabrianoInAcquarello a FestandoFabriano 2014 con il patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, dalla Regione Marche, dalla Provincia di Ancona e dalla Città di Fabriano. Orario: da giovedì a domenica 17.00-20.00. Ingresso libero.




Mirna Manni per "declinazione del silenzio"








PAROLE NON DETTE












































Mirna Manni o della perseveranza

Nel lavoro di Mirna Manni fluisce una vena esistenziale che si propone come condizione permanente, status mentale umanamente denso di umori nei quali il sentimento ritrova una genuinità, oserei dire, pacificante nel trascorrere del tempo e degli imprevedibili accadimenti di natura. A questo livello il suo rapporto con la ceramica, al di là dell’incidenza materica, si configura come ricerca di radicamento nella più generale sostanza della terra. E’ di tutta evidenza che, nel percorso così delineato, affiori una ineludibile componente simbolica della quale l’artista individua gli aspetti di rappresentatività, a volte, anche esplicita fissata nel modo della manipolazione dell’argilla, nella elaborazione di immagini che, pur non cadendo nella immediatezza della riconoscibilità, si costituiscano quali segnacoli di quel percorso ineludibile racchiuso nel binomio indissolubile vita-morte. Un territorio al quale Mirna si accosta con una sempre sorgiva curiosità cogliendone l’estensione spaziale e temporale popolata di sollecitazioni, di attese dove si sedimentano ricordi, memorie, svolgimenti, modificazioni dei quali è consentito cogliere frammenti, lacerti di natura indiziaria da offrire al fruitore che l’artista aspira a coinvolgere attivamente quale coprotagonista dell’operazione che, se in prima battuta, si presenta con gli aspetti della elaborazione artistica, nella totalità operativa si carica di coefficienti comunicativi. Credo che nel lavoro di Manni persistano con immutata continuità gli elementi che ho ritenuto di sottolineare in precedenti occasioni allorché mi era parso di individuare nella sua opera un’ansia di sacralità, non aliena da formalizzazioni rituali che la induce a immettere nella strutturazione iconica una componente totemica. Tenuto conto della circostanza che l’operazione messa in atto si svolge nella realtà spaziale, la struttura realizzativa di Mirna, approda nella dimensione della installazione. Ne deriva un racconto, una narrazione intrisi di panica nostalgia che non vuol dire rimando all’archiviazione del tempo, ma permanenza, continuità nella quale il passato viene colto nella dimensione di passaggio e, quindi, attualizzato concettualmente, ma anche concretamente dando senso e presenza attraverso l’indicibile e sempre fascinosa pratica dell’arte. Il complesso iconografico con i baccelli, i calchi, l’intimità di una sottoveste, i sassi, i bozzoli assume connotazioni espressive dalle forti sollecitazioni meditative. Sollecitazione che ha i suoi risvolti di incidenza spirituale, di ottimizzazione dell’accoglienza nell’immersione di un silenzio nel quale vengano filtrate le scorie, le insensatezze di un mondo sfuggente al quale la pratica manipolatoria della ceramica, ma più in generale il recupero residuale, aspirano ad apporre un argine.
                                                                                         
Tarquinia 10 luglio 2014                                                              Luciano Marziano