giovedì 31 agosto 2017










Tutto è santo

la duttilità della materia il plasticismo della parola



Personale di Mirna Manni


Sonorità poetiche di Lillo Di Mauro


A cura di Giuseppe Salerno



Inaugura sabato 9 settembre alle ore 17.30 presso la Chiesa di Santa Maria della Salute a Viterbo, la personale di Mirna Manni Tutto è santo / la duttilità della materia il plasticismo della parola, una mostra  a cura di Giuseppe Salerno e organizzata dall’Associazione Culturale Magazzini della Lupa, con sonorità poetiche di Lillo Di Mauro, curate e montate da Silvia Di Domenico. Scrive Giuseppe Salerno sulle opere in esposizione:"Si tratta di installazioni polimateriche che, dialogando con l’ambiente, pongono interrogativi profondi sul senso dell’esistenza. Opere che, estranee alla dimensione temporale, inscenano il dramma di una umanità perversa, vittima del proprio stesso agire. Un’umanità votata alla sofferenza, in bilico tra speranza e disperazione, immortalata con le mani pregne di sangue, giunte nel tentativo terminale di raccogliere le forze per guadagnare il domani. Nessuna sede espositiva avrebbe potuto essere più appropriata di Santa Maria della Salute, la cui struttura circolare sembra predisposta ad accogliere la fluidità cui rimanda il sottotitolo della mostra: “la duttilità della materia, il plasticismo della parola”. La parola che si rende forma sonora nello spazio e la materia che guadagna leggerezza sino a dissolversi nella poesia. L’artista Mirna Manni ci induce ad un ascolto attento del mondo circostante di cui si dimostra sensibile ed efficace interprete. Mossa dalle drammatiche vicende di una società impazzita che sembra aver smarrito il senso delle cose, pensieri ed emozioni emergono in lei dal profondo dell’animo per materializzarsi in elementi significanti che organizza in installazioni generatrici di atmosfere diffuse, avvolgenti e coinvolgenti, collante straordinario nel quale il ricordo resta imbrigliato insieme ai mille interrogativi che tali atmosfere suscitano. Trafitta dai vizi capitali e sanguinante, la Madonna Addolorata è la memoria di riferimento dalla quale scaturisce quel percorso interiore che l’artista esterna con rappresentazioni alte, simboliche, partecipate e compassionevoli.  Un percorso sulla sofferenza che, lungi dal prospettare soluzioni, sollecita innumerevoli ed ineludibili punti di domanda. Nella sacralità del luogo prescelto trovano così ambientazione sonorità gridate e scatti fotografici in bianco e nero trapuntati di rosso, una grande croce asimmetrica, simboli di fede e poi busti silenti, chini, senza identità e contenitori sconnessi ridotti a luoghi del degrado e depositi delle umane miserie.  Sono questi gli elementi nello spazio con i quali l’artista, concludendo la sua missione, crea le condizioni perché possa essere ciascuno di noi a dare compiutezza al lavoro.  Siamo tutti invitati a percorrere questa Via Crucis con l’impegno di riservare ad ogni sosta tutto il tempo necessario ad elaborare le nostre riflessioni”. Nel suggestivo scenario i versi di Lillo Di Mauro, un canto dell’anima che dà voce al dolore e alla disperazione. Musica notturna eloquente e magica che sprigiona il pathos, parola che genera il logos, che abita il mondo dell’inconscio, l’urlo che arriva al cielo, il sogno del divenire. La poesia in lui ha sostituito il linguaggio ordinario: egli si esprime in forma poetica, la poesia stessa si serve del suo linguaggio. Con la poesia esprime l’eternità e l’infinito dell’esistenza, in essa anche il silenzio sa prendere forma, grazie ad essa universalizza i travagli dell’uomo superando la dimensione ordinaria dell’esistere, oltrepassando il linguaggio per entrare in un modo parallelo di comunicare. Visitando la mostra si è invitati a cogliere nella parola e nelle sculture i segni e i tratti di una semiologia dell’amore, ove anche gli odori e gli umori acquistano una dimensione tattile. Schegge scagliate dalla mente al cuore dell’intimo universo. 

L'evento ha il Patrocinio della Provincia e del Comune di Viterbo. 

Chiesa di Santa Maria della Salute, Via della Pescheria, Viterbo. 

Dal 9 al 17 settembre 2017                                                                                                   

Inaugurazione sabato 9 settembre ore 17.30    
                                                                                                                                                              
Dal lunedì al sabato 16.00 - 19.30 | domenica 11.00 - 13.00 e 16.00 - 19.30

Info: magazzinidellalupa@libero.it 





 ph David Benedetti





ph David Benedetti





 ph David Benedetti






ph Tiziana Rivoni





ph David Benedetti




 ph David Benedetti




ph Tiziana Rivoni





















ph Paolo Emilio Sfriso







ph Paolo Emilio Sfriso





ph Paolo Emilio Sfriso




ph Paolo Emilio Sfriso





ph Paolo Emilio Sfriso





ph Paolo Emilio Sfriso












ph Tiziana Rivoni 





ph David Benedetti






ph Tiziana Rivoni










ph Paolo Emilio Sfriso




















martedì 11 aprile 2017



Fuori Porta


A cura di Domenico Cornacchione


Artisti

Laura Giovanna Bevione - Domenico Cornacchione - Simona De Caro
Mirna Manni  -  Toni Rotunno  -  Mara Van Wees



Spazio Elle di Castel Gandolfo


Dal 21 aprile al 19 maggio 2017
Vernissage 21 aprile ore 18.00







Fuori Porta è una mostra dedicata alla lentezza, un'esposizione che vuole riscoprire il "ritmo lento" delle cose, una lentezza scelta come stile di vita, contro la velocità industriale e meccanica dei nostri giorni e delle nostre città. Per parlare di questo Tema la Galleria D'Arte Contemporanea SpazioELLE ha scelto di realizzare una mostra di scultura in ceramica. La terracotta ha i suoi tempi, ha bisogno di essere lavorata con lentezza, con la dovuta attenzione, ha le sue fasi di lavorazione che non possono essere accelerate. Il suo legame con la lentezza è indissolubile, così come lo è il suo legame con la tradizione. Lavorare la terra, manipolarla e poi mandarla in cottura aspettando in silenzio il risultato finale, ha qualcosa di rituale, di sacro, una sacralità che non ha necessariamente a che fare con la religione, ma piuttosto con il nostro io, con lo sguardo interiore, ha qualcosa che richiama alla mente ricordi e sensazioni del nostro passato. 
Le "scatole" in ceramica realizzate da Mirna Manni per la mostra sono proprio questo: dei contenitori mnemonici poetici. Questi piccoli teatrini della memoria rivelano racconti antichi e vecchi ricordi, emozioni, mondi interiori e richiami dell'inconscio. 
Mara van Wees realizza un vero e proprio omaggio alla realtà quotidiana della vita "fuori porta": godersi gli spazi di campagna, i suoi ritmi lenti, gli odori, i colori e la luce della natura.
Toni Rotunno, invece, continua la sua serie "Dei boschi", opere che ci raccontano d'immagini, forme e colori legati alla sua terra d'origine: la Basilicata.
Le sculture di Simona De Caro nascono da una serie di "disegni automatici" realizzati attraverso l'uso diretto del colore e della linea. Le curve sinuose, partendo dalla base, si sviluppano in altezza creando la tridimensionalità attraverso piani concavi e convessi.
Domenico Cornacchione presenta una reinterpretazione delle sue sculture realizzate con pietre e filo di ferro. Questa volta, però, sostituisce le rocce con pezzi di ceramica recuperati da vecchi oggetti ormai inutilizzati e destinati alla discarica.
La mostra termina con un lavoro video realizzato da Laura Giovanna Bevione e Domenico Cornacchione. Lo schermo, diviso in due sezioni, mostra da una parte una mano che impugna una pistola, e dall'altra una serie di vasi in terracotta, accatastati a terra che vanno in frantumi. I proiettili che distruggono i vasi non sono però, in questo video, "un'offesa" alla ceramica, l'intenzione degli artisti non è quella di "uccidere" la terracotta, ma, al contrario, quella di infondere nuova vita a un materiale ormai sempre più spesso relegato a un ruolo marginale nell'arte contemporanea. I frammenti derivati dalla distruzione dei vasi, infatti, sono esposti in mostra come si trattasse di vere e proprie sculture.
Spazio Elle, Via del Mare 130 Pavona di Castel Gandolfo (Roma)
Orario: mercoledì e venerdì 10.30 - 12.30 e 16.30 - 19.30 
Altri giorni su appuntamento chiamando il numero 327.3371588 (verificare sempre via telefono)


Mirna Manni presenta per la mostra Fuori Porta una sua installazione "Teatri di memoria"




particolare installazione



Scatole come teatri poetici della memoria rivelano racconti antichi e ricordi di una volta, 
emozioni, mondi interiori e richiami dell'inconscio








particolare installazione



Scatole vuote, deformate e trafitte da lunghi ferri hanno perso ogni loro funzione.
Quando non c'è memoria del passato e l'azione dell'uomo annulla
con l'involucro del corpo anche il cuore e la coscienza, non c'è futuro









particolare installazione


Una colonna instabile racchiude memorie, è lì che è la nostra identità,
noi siamo quello che ricordiamo, noi siamo la nostra memoria









particolare installazione



Scatole come teatri poetici della memoria rivelano racconti antichi e ricordi di una volta, 
emozioni, mondi interiori e richiami dell'inconscio








particolare installazione



Scatole vuote, deformate e trafitte da lunghi ferri hanno perso ogni loro funzione.
Quando non c'è memoria del passato e l'azione dell'uomo annulla
con l'involucro del corpo anche il cuore e la coscienza, non c'è futuro









particolare installazione






Scatole come teatri poetici della memoria rivelano racconti antichi e ricordi di una volta, 
emozioni, mondi interiori e richiami dell'inconscio






 particolare installazione












particolare installazione



Scatole vuote, deformate e trafitte da lunghi ferri hanno perso ogni loro funzione.
Quando non c'è memoria del passato e l'azione dell'uomo annulla
con l'involucro del corpo anche il cuore e la coscienza, non c'è futuro









particolare installazione


Scatole vuote, deformate e trafitte da lunghi ferri hanno perso ogni loro funzione.
Quando non c'è memoria del passato e l'azione dell'uomo annulla
con l'involucro del corpo anche il cuore e la coscienza, non c'è futuro









particolare installazione


Scatole vuote, deformate e trafitte da lunghi ferri hanno perso ogni loro funzione. 
Quando non c’è memoria del passato e l’azione dell’uomo annulla 
con l’involucro del corpo anche il cuore e la coscienza, non c’è futuro 









particolare installazione



Scatole vuote, deformate e trafitte da lunghi ferri hanno perso ogni loro funzione. 
Quando non c’è memoria del passato e l’azione dell’uomo annulla 
con l’involucro del corpo anche il cuore e la coscienza, non c’è futuro 










particolare installazione

Una colonna instabile racchiude memorie, è lì che è la nostra identità,
noi siamo quello che ricordiamo, noi siamo la nostra memoria








http://spazioelle.altervista.org/porta-mostra-collettiva-scultura-ceramica/