Partecipano gli artisti: Giulia Napoleone,
Tonina Cecchetti, Tommaso Cascella, Mirna Manni, Sandro Scarmiglia, Toni
Bellucci, Maria Pizzi, Petra de Goede Maria Grazia Tata, Eva Gerd, Luigi
Riccioni, Lughia, Massimo De Angelis, Ambra Loreti, Lidia Bachis, Marco
Paolini, Mario Becciu.
La mostra Viae Crucum è a cura di Giuseppe Salerno e organizzata
dall’associazione culturale Magazzini della Lupa con il patrocinio del Comune
di Tuscania e della Direzione Regionale Musei Lazio. Il suggestivo chiostro del
Museo accoglie le opere nate dalla ricerca e dalla riflessione individuale
degli artisti, su un tema importante come quello della Via Crucis, non legato
alla tradizionale iconografia ma aperto alla personale interpretazione di ogni
artista. Viae Crucum ossia le vie
delle sofferenze, vuole essere la visione del mondo in cui viviamo, in tempi di
guerre, migrazioni, sradicamenti e confini sbarrati, così come il cammino di
vita degli uomini tra ingiustizie e dolori spesso da patire. Vuole essere quel
percorso di sofferenza di tante donne vittime di violenza, la memoria di troppe
morti innocenti ma anche il pensiero a chi oggi viaggia verso un paese libero.
Vuole essere la voce delle infinite croci di tutti coloro che soffrono,
coltivando la speranza di una liberazione. Così scrive Giuseppe Salerno:
“Immersi in uno stesso tempo e accomunati da una medesima cultura ci
differenziamo per appartenenza, vissuto, conoscenza e sensibilità ma tutti
indistintamente maturiamo qualcosa che trasciniamo nel profondo dell’anima e
segna la nostra esistenza. Attraversiamo luoghi, incontriamo persone e
affrontiamo situazioni accompagnati da quella nostra visione che, in un mondo
omologato e ogni giorno più assopito, ci rende unici e riconoscibili da
chiunque usi gli occhi non soltanto per guardare. Talvolta sono i travagli di
un’intera vita, tal altra alcuni specifici episodi, a meritare d’esser
raccontati perché possano essere di stimolo, di insegnamento o di monito per
altri. Viae Crucum sono le tracce di
cammini diversi, di consapevolezze maturate poste in scena da artisti che
vivono la necessità di rendere manifesto un sentire di fronte al quale non ci è
dato restare indifferenti. …”
Due figure sofferenti una vicina
all’altra e a terra un’altra senza vita, legata come bagaglio in mezzo
all’altro bagaglio di affetti e ricordi. C’è tutto il sogno spezzato dei
profughi, che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e si avviano in
un cammino verso una speranza di vita, dopo aver affrontato sofferenze
inaudite, ma trovando spesso umiliazioni, disprezzo e anche la morte. Mirna
Manni
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